Franco Cavallo (all’anagrafe Francesco Saverio) nasce a Marano, in provincia di Napoli, il 3 gennaio 1929 da Biagio (1898-1976), coltivatore diretto e da Maria Vallefuoco, casalinga. È il primogenito, dopo tre anni nascerà il fratello Nicola. Trascorre la sua infanzia e giovinezza tra il paese natìo, – un tempo sano centro agricolo diventato poi uno dei posti più terribili per speculazione edilizia e malavita organizzata, la camorra – Quarto e Cuma, precisamente dove una volta c’era un convento. Qui il padre aveva in affitto una masseria di 40 moggi di terra in cui, tra l’altro, allevava polli, galline ovaiole e, grazie alla presenza di un pozzo artesiano, faceva coltivare d’estate a pomodori, melanzane e peperoni. Un’eco di questi luoghi e della dura fatica si trovano in Paesaggio flegreo (dove indelebile è il ricordo della gelata notturna avvenuta l’8 maggio 1957 che bruciò l’intera annata: patate, melanzane e speranze, ricacciando il cuore deluso del contadino al suo destino rassegnato di dolore) e poi in Mon pays, la poesia incipitaria de I nove sensi, dove sono menzionati Grotta del Sole e Torre di Santa Chiara, due località che si trovavano lungo il tragitto. I due fratelli frequentano le elementari a Marano, la scuola media statale ad Aversa (Caserta), allora collegata con l’Alifana. Franco frequenta qui anche il ginnasio presso il «Domenico Cirillo» e dopo un travagliato corso di studi liceali come ‘interno’ presso il Convitto dei Gesuiti ‘Pontano-Conocchia’ di Napoli, consegue la maturità classica e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, ma non darà mai gli esami.
La sua nascita letteraria è già avvenuta: intravede la possibilità di abitare un sogno, e il miraggio di diventare poeta già lo possiede. Esordisce giovanissimo pubblicando raccontini sulla pagina letteraria de «Il Mattino d’Italia», a quel tempo curata dallo scrittore Michele Prisco.
Entra in contatto con Leonardo Sinisgalli, che gli sarà amico a lungo e lo aiuterà molto. Collabora a ”Civiltà delle Macchine”, “La Fiera Letteraria”, “il Caffè” di Giambattista Vicari, “Tempo Presente” di Silone e Chiaromonte, “Il Mattino” etc. Nel 1958 si trasferisce a Roma dove per un quindicennio eserciterà la professione di giornalista e lavorerà ai programmi culturali della radio e della televisione.
Ad aprile del 1962 muore la madre. Nello stesso anno si sposa con Anna Gisondi e vanno in viaggio di nozze in Spagna; due anni dopo nasce la figlia Mariella.
Nel 1966 fonda il Premio Argentario, che vede tra i vincitori Franco Fortini, Andrea Zanzotto, la Scuola Filologica di Gianfranco Folena, Tonino Guerra, Amelia Rosselli, Alain Bosquet, Antonio Porta e Alberto Moravia. Sempre nello stesso anno, in occasione del VII centenario della nascita di Dante Alighieri, cura per il terzo programma della RAI un ciclo di trasmissioni su Dante e i poeti contemporanei, al quale partecipano poeti di ventisei paesi, tra cui: Ezra Pound, Allan Tate, John Hollander, Jorge Guillén, Vincente Aleixandre, Philippe Soupault, Michel Deguy, Yves Bonnefoy, Stephen Spender, George Barker, Margherita Dalmàti e tanti altri; gli italiani invece sono Eugenio Montale, Mario Luzi, Pier Paolo Pasolini e Edoardo Sanguineti.Il ciclo è presieduto da Giuseppe Ungaretti.
Nel 1968 con Sebastiano Vassalli, Giorgio Bàrberi Squarotti, Cesare Greppi, William Xerra ed altri è tra i fondatori della rivistina «ANT ED», foglio bimestrale di poesia e scienze affini, esperienza di breve durata, ma importante come momento aggregativo di gente sparsa per la penisola.
Torna a Marano nel 1970, dove vi abiterà ancora per pochi anni, prima di trasferirsi con la moglie Anna e la figlia, che frequentava la scuola media, definitivamente a Cuma, in una villetta appena ultimata.
Nel 1972 fonda e dirige la rivista Altri Termini, quaderni internazionali. La prima serie dura fino al 1974 e comprende 5 numeri, la seconda, riverginata di bianco, fino al numero 13 del febbraio 1977.
Nell’interregno escono le antologie Zero e Uno, testi e antitesti di poesia, e poi da gennaio del 1979 i quaderni di Colibrì, fascicoli bimestrali di Altri termini che escono tra gennaio del 1979 e aprile del 1980. Si tratta di un tentativo di intercodice abbastanza riuscito, ma anche un modo sbrigativo per accontentare quanti premevano per essere pubblicati.
La terza serie riparte nel 1983; il primo fascicolo è varato dall’Editore Luca Torre, ma già dal secondo fascicolo si ritorna all’inveterata autogestione e con una redazione totalmente rinnovata. Il numero seguente è triplo (3-4-5), ottobre 1985 – settembre 1986, e anche il successivo (6-7-8) ottobre 1986 – settembre 1987, l’ultimo numero è doppio, si tratta del 9-10 e va da ottobre 1987 a maggio 1988.
A settembre del 1990 riparte la quarta serie, nel numero 1 sarà ripreso l’esperimento dei Colibrì, come inserto questa volta. Intanto scoppia la Guerra del Golfo e, data l’atmosfera paralizzante, il numero 2, gennaio-aprile 1991, è dedicato ai poeti. Il 3 è un omaggio a Corrado Costa, scomparso il 9 febbraio. Anche l’ultimo fascicolo che porta la data settembre-dicembre 1991, ma che uscirà solo ad aprile del 1992, ripete l’inserto verbo-visuale del Colibrì.
Accanto alla contraddittoria parabola della rivista escono i libri personali in versi e in prosa, si tratta talvolta di plaquettes in edizioni limitate e clandestine. Cura antologie, partecipa a letture e convegni, promuove manifestazioni pubbliche. E’ rispettivamente ad agosto del 1980 e a settembre del 1981 al 1° e al 2° Festival internazionale di Poesia che si tengono a Napoli sulle terrazze del Castel dell’Ovo. Ancora nei giorni 29-30 settembre 1981 partecipa presso la Casina Vanvitelliana-Lago Fusaro alla manifestazione ”Musica tra le parole”: a leggere alcune sue poesie è l’attore Renato Carpentieri. Nel 1984 è presente con altri poeti alla 5° estate Latina mare “Musica & dintorni” (Performances, poesia e ricerca verbovisiva); i testi si avvalgono dell’inserto musicale di Andrea Buondono.
Il 27 marzo 1987 è al Convegno Ricercatori & Co. di Viareggio, organizzato dal mensile Alfabeta, dove legge una Comunicazione e poi, ad aprile dello stesso anno, a Lecce per Riviste e tendenze nella nuova letteratura. Nel 1988 organizza con Mario Lunetta per conto dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli – I PERCORSI DELLA SCRITTURA – Trent’anni di letteratura in Italia – Poesia, narrativa, critica, (gli ‘incontri’ previsti con i poeti sono dodici) ma saranno interrotti al quinto appuntamento, quando è il turno di Alfredo Giuliani. È la sera del 28 ottobre: i cancelli di Castel Sant’Elmo rimarranno chiusi per mancato pagamento del canone e il pubblico intervenuto sarà lasciato fuori e poi cacciato dalla polizia. Questo penoso episodio è all’origine degli Epigrammi altenopani.
Nel 1997 si aggiudica con Racconti volanti e altri racconti il Premio Orient-Express per la narrativa. Dal 1997, a partire dalla seconda edizione, fa parte della giuria del premio di poesia “Olindo De Gennaro”, di cui è Presidente Giorgio Bàrberi Squarotti e vi rimane fino alla sesta. La settima edizione – 2005 gli sarà dedicata per volere di Alfonso Malinconico, presidente dell’associazione culturale Campania di Latina,
Nel 1999 gli viene conferito il Premio nazionale di poesia Lorenzo Montano, tredicesima edizione, “Raccolta inedita” e Nuove Frammentazioni sarà pubblicata nella collezione “La ricerca letteraria” di Anterem Edizioni con una nota critica di Giuliano Gramigna. Per la stessa raccolta vincerà nel 2000 il Premio Feronia Città di Fiano.
Compie, in compagnia di amici, una serie di viaggi in Francia, Israele, Giordania, dove a bordo di mulo visita Petra, Egitto, Marocco e Tunisia. Muore nel pomeriggio di domenica 15 maggio 2005, mentre sta dormendo. Dopo il funerale, celebrato nella chiesa di S. Massimo a Licola, il suo corpo è stato cremato e l’urna con le ceneri deposta nella tomba di famiglia.