Descrizione
Questo libro plurale e sorpresivo — un vero e proprio recupero memoriale — scatenato dall’arrivo improvviso della Trombocitemia, credo sia da leggere innanzitutto come una iniziazione all’enigma della vita in tempi tribolati dalla guerra. Siamo in una città martoriata e nei riti di una napoletanità dove un ragazzo si apre a quel vasto finzionale, scoperto dapprima nella prostituta che vinta dallo sfinimento si torce in abbandono economico e poi nel poeta fingitore che, per amore di menzogna, finge che è dolore il dolore che davvero sente. Persona ormai matura, pressata dalla malattia, incontra la propria fine e torna agli inizi. In preda a un’istintiva volontà di salvare ogni testimonianza di sé, riordina per non perderli ricordi, carte e frammenti di vita e li consegna alla forma prima del caglio finale. L’imperativo della ricerca sullo sfondo rimane sempre lo stesso: è bene spostarsi e liquefarsi in barba ad una immobilità che nel profondo non ci appartiene.
Alessandro Carandente