A Punta Epitaffio mi faccio un tuffo

0 out of 5

 20,00

Descrizione

“Che bel libro questo quattordicesimo di Secondo Tempo. Avvicina da angolazioni diverse e ugualmente illuminanti una personalità centrale per l’arte del dopoguerra. E i pezzi che tu dedichi al tuo omonimo sono magistrali: dall’editoriale alla intervista (gremita di eventi, di personaggi, di immagini). Grazie per la dedica e per questa acquisizione”.
Cosi Giuseppe Pontiggia mi scriveva  da Milano il 10 aprile 2002 a proposito del numero monografico in onore di Giovanni Carandente (1920-2009), critico e storico dell’arte di cui si è appena celebrato a Spoleto il centenario della nascita con una serie di iniziative (mostra documentaria, convegno di amici e studiosi a Palazzo Collicola, pubblicazioni varie).
Qui li riproponiamo quei pezzi, accanto ai saggi dedicati ai filosofi Mario Perniola e Rubina Giorgi, lo scrittore Giuseppe Pontiggia e i poeti Annunzio Cervi e Octavio Paz. A fungere da nucleo pregnante di questi medaglioni, apparentemente distanti e slegati, è il concetto di letteratura e arte come critica del linguaggio, filo conduttore che ha connotato come unità di stile l’intero Novecento, secolo delle Avanguardie e della tradizione del nuovo.